Sabato 22 febbraio 2014 si è svolto il convegno dal titolo “Criminalità – Sicurezza”.
Il convegno è stato organizzato dal Dipartimento regione Toscana ANS a Villa Borbone nel comune di Viareggio. Il convegno, aperto a tutta la cittadinanza, ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole superiori del Comune di Viareggio, di sociologi della nostra Associazione ed esperti e studiosi della materia. L’evento ha visto la presenza di ben 120 ragazzi ed è stato un vero successo di pubblico visto il target giovane che ci eravamo prefissati.
Il progetto nato a Pistoia e che viene portato in tutta la Toscana ha l’obiettivo di informare i giovani sulle problematiche della sicurezza.
I Sociologi toscani si sono incontrati a Viareggio per cercare di dare risposte alle problematiche sulla criminalità e sulla sicurezza con particolare riferimento al comune di Viareggio.
È stato un susseguirsi di importanti esperienze professionali nel campo socio educativo con riferimento alla criminalità. Molte riflessioni sono scaturite anche dai dati oggettivi come quello dell’affluenza delle carceri.
L’Italia conta ad oggi 64.758 detenuti ( di cui circa 2800 donne) contro una capienza pari a per una 47.615 posti e con 18.00 detenuti in più!!! (Fonte sito del Ministero della Giustizia al 30/09/2013) L’Italia ha il coefficiente di sovraffollamento più alto di Europa: dati derivati da una carenza di programmazione, da carente investimento economico e riforme inadeguate nel mondo giudiziario.
È irrazionale ritenere il recluso qualcosa di lontano, di estraneo e pericoloso. Certo il detenuto non è la vittima, le vittime sono coloro i quali hanno ricevuto l’offesa (feriti, scomparsi, derubati, uccisi ) ma anche il detenuto è una persona che sconta la propria pena, che deve riparare.
Oggi se una persona entra in carcere con un certo livello di delinquenza è molto probabile che nelle condizioni attuali ne esca con un livello ancora più accentuato.
Una importante riflessione è stata fatta dai relatori sull’emarginazione sociale e sui percorsi riabilitativi, questi ultimi elementi fondanti per un giusto e sano recupero in società. Un forte riferimento allo “stigma sociale” (etichettamento) al quale sono sottoposti gli ex detenuti che è come se avessero un marchio addosso che fa sì che non possano inserirsi nuovamente in società. La comunità spesso non accetta gli ex detenuti.
Certo c’è caso e caso ma una volta espiata la pena gli ex detenuti, tutti , avrebbero il diritto di potere iniziare una nuova vita.
Inoltre è stata analizzata anche la motivazione a delinquere che, fatte le giuste differenze per la pena, ci indicano che i problemi nella nostra società sono molti e variegati. Se uno ruba un pollo è perché ha fame e questo ci indica la motivazione e soprattutto il problema è la fame.
Sono intervenuti