Giuliano Bruni

NASCE SOCIETÀ E COMUNICAZIONE

Il 2015 sarà ricordato sicuramente per l’EXPO appena inaugurata a Milano. Come vuole la tradizione anche quella milanese sarà “universale” (partecipano 145 Paesi) e avrà come filo conduttore il tema “nutrire il pianeta, energia per la vita”, al quale saranno dedicati non solo i padiglioni ma anche moltissimi eventi che ne affrontano le diverse dimensioni: dall’agricoltura compatibile alle innovazioni tecniche di coltivazione; dalle ritualità connesse al cibo nelle diverse culture, al ruolo dell’alimentazione nello sviluppo delle nuove generazioni; dal mix interculturale prodotto dalla globalizzazione alla difesa del suolo. Con ambizioni non meno grandi di restare nella memoria, in questo 2015 prende l’avvio anche l’avventura di “Società e Comunicazione”, una rivista di “scienze umane” che intende, senza rinunciare al rigore scientifico, con un linguaggio piano e scorrevole trattare i temi e i problemi che costituiscono la trama del nostro vivere quotidiano. Oltre a quello del sociologo, altri sguardi saranno sollecitati ad intervenire: dell’antropologo, dello psicologo, del demografo, dell’economista, dell’etologo, della medicina sociale, della pedagogia, al fine di rendere più comprensibile la complessità sociale nella quale abitiamo. Ogni volta la rivista – con cadenza quadrimestrale – proporrà il tema cui dedicare il numero. Ad esso si affiancheranno una serie di rubriche alla cui definizione saranno chiamati anche i lettori. Vorremmo, infatti, che la rivista venisse considerata un work in progress di tutti coloro che sono interessati a conoscere e a riflettere sulle infinite combinazioni nelle quali si esprime il nostro vivere sociale. Ciò che, infatti, interessa conoscere non è tanto (o soltanto) i grandi temi che ci pone il processo di globalizzazione, ma soprattutto gli effetti che essi producono nelle persone e nelle loro relazioni. Oggi sembra che gli effetti più rilevanti possano essere definiti da due termini: incertezza e insicurezza. Attraverso gli strumenti delle scienze umane vorremmo conoscere cosa significano quei due termini per le nuove e le vecchie generazioni, in che misura intervengano nelle relazioni interpersonali, quali cambiamenti producano nell’azione delle istituzioni, in che modo contribuiscano ad accrescerne (o diminuirne) l’impatto le nuove tecnologie delle comunicazione. Insomma, vorremmo sapere se la realtà virtuale prodotta dai blog, da facebook, dai twitter, rende più dense le relazioni fra le persone, oppure le trasforma in un gioco di ruolo dominato dall’ansia della visibilità e del successo mediatico. La celebre espressione di Andy Wharol sui quindici minuti di celebrità cui tutti hanno diritto sembra abbia anticipato l’attuale paesaggio sociale. Ma, appunto per questo, vogliamo indagarne le strutture, conoscerne le sue espressioni individuali e collettive. La rivista che proponiamo all’attenzione di tutti, in questo primo numero – dedicato a EXPO 2015 - sarà così articolata. In apertura l’intervista, un appuntamento che si ripeterà in ogni numero, dedicato agli studiosi che, per ruolo e produzione scientifica, sono i nostri “testimoni privilegiati” del mondo delle scienze umane. Intervisteremo, in primo luogo, i direttori dei Dipartimenti di Sociologia delle Università Toscane. Iniziamo con Franca Maria Alacevich, Direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali all’Università degli Studi di Firenze.

Il tema

Segue il nucleo monotematico: “A proposito di Expo”, immagini sociali della convivialità che ha fatto da filo di Arianna nell’affrontare la tematica del cibo sotto vari punti di vista, a partire dal fatto che l’andare a mangiare fuori non consiste solo nel piacere fisico di gustare una buona pietanza ma anche, se non soprattutto, nel relazionarsi con gli altri esibendo il proprio status; un’occasione, cioè, che funge da stimolo di rinforzo per la propria autostima, per cui appare necessario farsi vedere in un certo luogo in un certo momento. Come, del resto, indica anche il fenomeno della “movida”, in cui le giovani generazioni socializzano consumando. Il nucleo monotematico inizia con l’articolo di Andrea Spini che propone una riflessione - “Arcimboldo a zonzo nel mondo” - sull’Expo ; segue un articolo di Ettore Bergamini il cui titolo “A tavola non si invecchia” già esplica il contenuto del saggio. Segue Aldo Carlo Cappellini che evidenzia l’importanza dell’attività motoria e sportiva come mezzo di prevenzione e terapia per una vita sana. Si continua con Giuseppe Balli, che fornisce dati per evitare l’eccessivo uso di alcol, uno degli indicatori caratterizzanti la nostra società moderna. Lo psicologo Sergio Teglia argomenta sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione mentre Enrico Cheli si riferisce ad un altro genere di cibo, quello finalizzato a nutrire la mente. Chiude il nucleo monotematico Emma Viviani che affronta i luoghi della marginalità di cui mette in evidenza la ricchezza creativa.

Varia umanità

Nella rivista sono presenti altri contributi di vario genere e taglio diverso, come il lavoro di Fabio Vignoli sull’importanza delle tecniche di meditazione in azienda o il contributo di Federico Silvestri che analizza il fenomeno, sempre più pervasivo, del gioco di azzardo con tutti i suoi risvolti personali e sociali. Il lavoro di Roberta Stefanelli ci introduce nel mondo della coppia, che appare sempre più provata e “consumata” . Federico Bilotti, invece, interviene sull’importanza della musica nella formazione della identità sociale. Infine Patrizia Gherardi, con il suo lavoro sulle strategie per prevenire i conflitti, ci introduce ad uno dei temi più caldi del nostro tempo. Come si vede, tanti buoni motivi per leggere “Società e Comunicazione”. Per finire l’indicazione del nostro sito internet da cui si potranno attingere altre informazioni.

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