La qualificazione del lavoro , caratteristica della nostra società, ha portato a privilegiare prevalentemente le attività intellettive rispetto a quelle manuali . Abbiamo sempre più bisogno di innovazione, di creatività per mantenere il nostro mercato che offre ormai di tutto e di più. D’altronde siamo in una società che, dal Taylorismo con la produzione di massa in poi, ha avuto un aumento esponenziale della produzione con un conseguente benessere e miglioramento delle attività quotidiane. Questo però, ha portato anche ad una immagine del lavoro troppo agonistica; spesso pensiamo che occuparci freneticamente e senza soste della nostra attività sia il modo più efficace di produrre e questo spinge abitualmente gli impiegati a rimanere in ufficio più del necessario. Invece questo tempo in più dedicato al lavoro andrebbe occupato per trovare delle isole di solitudine dove coltivare quello che spesso oggi è ritenuto un nemico da combattere:” l’ozio” Oggi, non basta lavorare , bisogna avere delle idee, essere creativi come ci ricordano spesso anche i governi europei. A questo punto è d’obbligo una riflessione: dove troviamo la creatività? Possiamo trovarla nell’ozio, definito dal Sociologo De Masi , “ozio creativo”. L’ozio insomma, va benissimo ma solo se ci ntendiamo sul senso della parola. Se pensiamo ai greci, ad esempio, ritenevano le persone che si dedicavano al lavoro manuale, altro che schiavi o cittadini di categoria inferiore e non certo al pari di coloro che si dedicavano invece ad altre arti più intellettuali come la poesia, la filosofia, la politica. Oggi invece non è più cosi, l’uomo, nella società postindustriale e con le nuove tecnologie, usufruisce di una nuova libertà: dopo il corpo, può se vuole prendersi cura dell’anima e della mente. Quindi l’ozio creativo non è solo una caratteristica delle società aristocratica ma uno sconvolgimento che abbraccia tutti. Per noi , oggi, in eterno movimento , sembra, spesso, una perdita di tempo dedicare dei momenti a noi stessi; invece sono degli istanti di riflessione che usati in modo opportuno possono esaltare la creatività e non solo. L’ozio creativo è contrario alla rigidità e favorisce la Flessibilità. Naturalmente non è che va inteso come un non voler far niente o rompere del tutto le regole sociali . E’ solo un modo per favorire la creatività e far emergere i nostri desideri più profondi che hanno bisogno di calma e tranquillità per emergere. Dobbiamo ritagliarci degli spazi di libertà individuale che ci aiutano a stimolare la nostra fantasia. Possiamo imparare ad ascoltare il nostro inconscio e a decodificare i messaggi che ci invia. Essere creativi significa scegliere di lavorare con piacere, nel modo giusto e senza stress. Lavorare in creatività e quindi sfruttare “l’ozio creativo” significa far si che il lavoro, il gioco e l’apprendimento diventino un insieme unico. De Masi ci ricorda che ”l’attività umana è completata quando: nello stesso tempo lavoriamo, apprendiamo e ci divertiamo”.